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Il viaggio di Azonzo Travel al Polo Nord. Racconto e foto di Fabio Chisari

26/02/2006

17-22 aprile 2005. Siamo partiti da Milano con un volo di Linea della SAS. Abbiamo fatto scalo a Oslo e poi proseguito per Longyearbyen, il capoluogo dell’isola di Spitsbergen, la più grande dell’arcipelago delle Svalbard, in pieno Oceano Artico.

A Longyearbyen abbiamo avuto il primo impatto con il duro paesaggio artico, e una temperatura di - 4°C . Ci siamo rifugiati nel confortevole Radisson Polar Hotel, dove abbiamo cenato e dormito. O meglio, abbiamo tentato di dormire. Dalle tende passa sempre comunque la luce, che ad aprile non smette mai di illuminare il panorama che si gode dalle finestre: la baia ancora ghiacciata e le montagne ricoperte di neve e ghiaccio.

La mattina seguente ci siamo imbarcati su un jet privato alla volta della calotta polare artica, in compagnia di un gruppo di una ventina di persone composto, oltre a noi sette, da giapponesi, americani, spagnoli, svedesi e norvegesi. Dopo circa tre ore di volo siamo atterrati alla base Borneo, a soli cento chilometri di distanza dal Polo Nord.

Ci ha accolti un’immensa distesa di ghiaccio immacolato, illuminata da un sole alto e accecante, il termometro segnava - 25°C.
La base viene allestita e gestita da personale russo e funziona durante il solo mese di aprile, l’unico periodo in cui si può vivere sulla calotta polare artica. Prima farebbe troppo freddo e dopo troppo caldo, e il rischio di fratture del ghiaccio sarebbe troppo elevato. Borneo viene quindi costruita ai primi di aprile paracadutando tutto il necessario, e smontata a fine mese; un lavoro duro e complesso.

Si dorme in tende da circa 10 posti branda ciascuna, che hanno un’intercapedine all’interno della quale viene pompata aria calda, in modo da rendere la temperatura interna sopportabile, portandola a circa - 5°C. Una tenda più grande, posta al centro della base, funge invece da unico centro di ritrovo per gli ospiti. La vita si svolge tutta qui dentro: si cucina, si mangia, si parla, si preparano le escursioni, si tengono i contatti via radio con il mondo, si compiono esperimenti scientifici di vario genere. All’interno della tenda il termometro segna +10°C, e si respira un’atmosfera veramente speciale, grazie allo splendido e solidale rapporto umano che nasce spontaneo fra gli occupanti: scienziati, sportivi, escursionisti, avventurieri e il personale stesso dalla base.

Nel primo pomeriggio ci siamo alzati in volo con una mongolfiera, per goderci lo spettacolo mozzafiato offerto dalla distesa ghiacciata del pack. In alto c’e’ il silenzio totale, l’unico suono è il sibilo del vento.

In serata abbiamo assistito a un evento storico: Kristijan Curavic, trentenne croato che vive da molti anni in Norvegia, è stato il primo uomo nella storia a compiere un’immersione in apnea sotto la calotta polare artica, stabilendo quindi anche il record mondiale, con la profondità di 51 mt. E’ stata un’impresa epica, festeggiata con una partita a pallone che si è tenuta alle tre di notte, sotto un sole accecante, sulla superficie liscia della pista di atterraggio antistante la base. Terminata la partita ci siamo coricati esausti per la fatica, nella speranza che la stanchezza ci aiutasse a prendere sonno.

L’indomani ci siamo svegliati col cielo plumbeo e un forte vento gelido che tagliava i pochi lembi di pelle scoperti del viso. Il termometro segnava - 35°C. La preoccupazione di non riuscire a raggiungere come previsto il Polo Nord ha oscurato i nostri volti. Ma la calorosa compagnia dei nuovi amici, e i loro racconti di terre lontane e di imprese ai limiti della sopravvivenza hanno riempito la giornata e stemperato la tensione.

Finalmente alle cinque di pomeriggio gli esperti meteo della base ci danno il semaforo verde. Saliamo a bordo di un pesante e spartano elicottero russo che in meno di un’ora ci porta nei pressi del Polo Nord. Una volta messo piede sul suolo, cerchiamo con il GPS la quota precisa di 90° Latitudine Nord. Ci mancano alcune centinaia di metri, che percorriamo faticosamente a piedi, sprofondando spesso nella neve fresca sino al bacino.

Improvvisamente echeggia liberatorio il grido: Polo Nord! Ci guardiamo intorno increduli, emozionati, stupefatti dall’incredibile purezza del paesaggio circostante. Il cielo è limpido, il vento soffia forte, il termometro segna - 38°C, ma incuranti del freddo ci togliamo tutti le maschere protettive per godere dei colori naturali del ghiaccio e del cielo. Trascorriamo quasi un’ora sul Polo Nord, e poi rientriamo in elicottero alla base Borneo, dove veniamo accolti in modo molto festoso.

L’indomani mattina facciamo una lunga escursione sulla calotta polare, a bordo di slitte trainate da bellissimi husky dallo sguardo fiero e guardingo. Tornati alla base c’e’ appena il tempo di preparare lo zaino e di vedere atterrare nuovamente il jet sulla pista accanto alla base. Lasciamo il posto a un nuovo gruppo e ci imbarchiamo per tornare a Longyearbyen. Tutto sommato, dopo tre giorni sulla calotta polare, il comodo letto del Radisson Polar Hotel e una bella doccia calda non ci dispiacciono. Oramai è già tempo di ricordi, l’indomani siamo a casa, in Italia.

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Fabio Chisari, Founder & C.E.O. di Azonzo Travel, intervistato da Radio News 24.


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